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Subitodopo la prima elezione, il presidente Obama conquistò anche la fantasia deicinesi. A Pechino furono prodotte decine di migliaia di magliette con il visodel leader americano con berretto da Lunga Marcia e la scritta ObaMao. OggiObama è in Cina, ma dopo la disastrosa sconfitta nelle elezioni per il Senato.Ne parliamo con Song Guoyou, vicedirettore dell’Istituto di ricerca sugli StatiUniti all’Università Fudan di Shanghai.
Dopo sei anni di presidenza come giudica Obama? Il suo slogan «yes we can»è stato mantenuto almeno in parte? La stampa cinese ha scritto che ha fatto unlavoro insipido e banale…
«Almeno nel primo mandato Obama ha mantenuto una parte delle promesse. Peresempio la legge sull’assicurazione sanitaria, la riforma finanziaria, il ritiromilitare da Iraq e Afghanistan sono successi evidenti. Ma molte altre promessenon sono state mantenute. Tra l’altro non ha sanato lo scontro tra i duepartiti, la polarizzazione della politica americana: anzi, ora rischia didiventarne ostaggio. Avrebbe dovuto dire “yes, we can do something but noteverything”. Però gli mancano ancora due anni».
Ora che i democratici hanno perso anche il Senato il presidente americano èconsiderato in patria un’anatra zoppa. Lo è anche per i rapporti con la Cina?
«No, i rapporti con la Cina potrebbero aiutarlo a rompere questa immagineinterna. Potrebbe dimostrarsi, come diciamo noi in Cina, un’anatra inprimavera, che recupera le forze. Con Xi, Obama ha instaurato un modello nuovodi relazioni, informale ed efficace. Si è costituito un buon sistema dicontrollo e gestione dei rischi, una collaborazione con una sana concorrenza.Nei prossimi due anni Obama potrebbe rafforzare questa tendenza trovando ancoraun posto nella storia».
Esiste anche per i presidenti cinesi il concetto di anatra zoppa, gli ultimimesi della loro leadership sono deboli, in attesa del ricambio generazionale,ogni dieci anni?
«I sistemi politici dei due Paesi sono completamente diversi. Da noi non esisteil concetto di anatra zoppa perché la guida del partito comunista restasempre».
I rapporti Usa-Cina, sono migliorati con Obama e Xi?
«Non dipendono solo dalla buona volontà dei leader, sono condizionati anchedalle strutture politiche di ciascun Paese, dagli interessi economici».
Gli Stati Uniti stanno ostacolando la Asian Investment Infrastructure Bankvoluta da Pechino. Perché?
«Washington vuole proteggere il suo monopolio storico nel campo finanziario».
I politologi americani avvertono che c’è una riedizione cinese della DottrinaMonroe per tenere gli Stati Uniti fuori dall’Asia.
«La Cina ha sempre risposto che non pensa di escludere gli Stati Unitidall’Asia dell’Est, la Cina è ben consapevole che la presenza americana è statauna realtà storica, è una realtà attuale e sarà anche la tendenza futura.Sappiamo bene che sarebbe assurdo smettere di fare affari con gli Stati Uniti.Ma la Cina ha anche il diritto di mantenere i propri interessi storici e avolte gli americani interpretano le nostre necessità come un tentativo di escluderli.C’è ancora una diffidenza strategica nei confronti della Cina».
Su quali punti pensa che Usa e Cina possano collaborare meglio nei prossimidue anni, la lotta al terrorismo? Il cambiamento climatico?
«Isis e Al Qaeda sono nemici di tutti. Cina e Usa sono i due maggioriconsumatori di energia, debbono prendere le loro responsabilità e aiutarsi».
Un gruppo cinese ha comperato il Waldorf Astoria di New York. Inquell’albergo risiede da decenni l’ambasciatore Usa all’Onu. Ora gli americanidicono che potrebbe andarsene, per motivi di sicurezza.
«Rispecchia la loro mentalità contraddittoria. Negli ultimi anni, conl’economia in difficoltà, l’America ha sempre cercato di attirare investimenticinesi; poi, quando la Cina investe in un settore come quello degli alberghi,che non si può certo definire sensibile, questa reazione ci fa capire che illoro senso di sicurezza territoriale è troppo pronunciato, è un complesso».